Tappa XII Tappa polsa- brentonico

Tappa semplice, quasi tutta in una leggera discesa tranne che per la salita dal Ponte del Diavolo a Cornalè, adatta quindi a tutti.
Da evitare possibilmente una giornata come oggi, il caldo torrido e il sole rendono molto più difficile camminare anche se si transita a mezza montagna. I tratti nel bosco sono molti nella parte iniziale ma vanno a diradarsi cosicché molti tratti risultano in ampi prati sotto il sole.

La tappa oggi non si è conclusa lungo il Sentiero della Pace (non passa precisamente a Brentonico)ma abbiamo accettato il caldo invito dell’Associazione Nazionale Alpini del
Gruppo di Brentonico, del comune di Brentonico e del Parco del Baldo a visitare le bellezze che ci può offrire Brentonico e i dintorni.

Ettore Passerini, Capogruppo della Sezione di Brentonico, il Rappresentante Sezionale Mattei Silvano, il Capogruppo di Cima Vignola Zeni Danilo, Il Vicecapogruppo di Brentonico… gli alpini Nicola Buono, Ivano Passerini, Elia Giovanazzi, Vittorino Andreoli , Italo Viola, il Colonnello Laezza (gruppo alpini arco) ci hanno accolto a Brentonico, e come da migliore tradizione alpina in maniera stupenda, anche qui credono nel nostro pellegrinaggio e ci vogliono aiutare per tutto quello che possono fare a portare a termine questo nostro viaggiare nel trentino e nella storia, il nostro piccolo impegno nel cercare di far rivivere nelle persone ciò che la guerra ha portato nel territorio.

La distruzione delle famiglie e della vita degli uomini

Anche l’Assessore alla Cultura Quinto Canali del comune di Brentonico ha voluto condividere con noi ciò che questo comune ha da offrire, in primis Palazzo Baisi, le sue mostre e il giardino botanico sul retro del palazzo, una perla forse poco conosciuta, di Brentonico e del Baldo.
Ci permettiamo di consigliare la mostra attualmente in esposizione palazzo, “Corpi Disarmati”, una mostra che racchiude tutti gli aspetti, i momenti e gli uomini che combattevano in prima linea ma non con il fucile, coloro che cucinavano, distribuivano il cibo, le infermiere, i medici, e tutto ciò che è stato dopo la guerra, dalla sindrome post traumatica alla ricostruzione degli arti alle procedure di amputazione e di ricostruzione degli arti, una mostra a tratti cruda, ma che mostra al meglio la vita, forse poco conosciuta ai più di molti soldati.

Vogliamo concludere proprio con una citazione tratta dalla mostra:

“Io appartengo alla generazione dei <sopravvissuti> il cui cervello è gravato dall’orrore, messo da parte a forza, incapsulato in un guscio speciale, che il sogno-o nuovo orrore! – volte sventrò.

Poi trabocca, si allarga, mi sopraffà… Orrore, orrore, orrore sii benedetta, o luce! Che mandi in frantumi il sogno.” gustav Heinse

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